Quanti sono le morti sul lavoro in Italia?
Abbiamo voluto presentare questo Report, come OS OSSERVATORIO SICUREZZA nell’ambito delle molte iniziative del CAFISC, centro di alta formazione investigativa strategica e criminologic, dell’associazione CAFISC EJ UPECEJ [1]E le sue molte atività culturali formative artistiche e sociali. Al fine di fornire uno sguardo obiettivo e reale, su un fenomeno che negli anni segue un’onda variabile negli anni, nonostante le migliorie in ambito di sicurezza, che dagli anni cinquanta ad oggi, il mondo del lavoro a compiuto. Ma dato che purtroppo stiamo parlano di persone che si alzano la mattina per andare onestamente a compiere il proprio servizio lavorativo….. è bene sempre terene alta l’attenzione. Della comunità, delle istutuzioni, dei sindacati delle aziende e degli stessi lavoratori.
Secondo l’articolo 4 della Costituzione Italiana:
“LA REPUBBLICA RICONOSCE A TUTTI I CITTADINI IL DIRITTO AL LAVORO E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO. OGNI CITTADINO HA IL DOVERE DI SVOLGERE, SECONDO LE PROPRIE POSSIBILITÀ E LA PROPRIA SCELTA, UN’ATTIVITÀ O UNA FUNZIONE CHE CONCORRA AL PROGRESSO MATERIALE O SPIRITUALE DELLA SOCIETÀ”.
Compiono un’azione riconosciuta per diritto e di cui sono garantite le condizioni, affinché tale diritto sia effettivo. Oltre ad essere ritenuto un dovere da svolgere, secondo le proprie possibilità e scelte, operando lavorativamente affinché la società migliori, grazie al suo lavoro e pertanto anche lui personalmente. In quanto facente parte alla società .
Allora, proprio per quanto sin qui sottolineato parafrasando l’articolo 4, perché si muore sul lavoro?
Lo stato che vede come un dovere il lavoro come può e deve garantire la persona sul suo posto di lavoro?
E come può garantirla se non anche facendo rispettare le regole di sicurezza, curare la formazione e la prevenzione monitorare l’operato di imprese e aziende?
Inoltre, date recenti testimonianze che hanno sconvolto l’opinione pubblica,riguardo casi di sfruttamento di lavoratori immigrati e senza permesso di soggiorno a cui non è garantito neppure il diritto alla vita.. E che vengono scaricati come merce avariata davanti a casa e privi di assistenza e abbandonati dopo lo sfruttamento massivo fino al decesso..non è anche questo un’aspetto di quel mondo del lavoro che uccide? Il lavoro nero che stà fuori delle statistiche, forse non uccude e anche con enorme brutalità?
Ecco il Report , nasce nel porsi queste domande e vuole fornire qualche risposta.
Analizzando i numeri, facendo paragoni su sicurezza, lavoro e decessi, negli anni, per capire oggi cosa offra, in termini di sicurezza, il mondo del lavoro.
E anche cosa ne pensano i sindacati, intervistando la Cisl, nello spcifico la siglia della Filca, rappresentata da due Segtretrai regionali per il Lazio e la Calabria.
[1] www.cafisc.it