Di Al. Tallarita
Il sapere e la conoscenza concepiscono il corpo e l’individuo come un oggetto di studio organizzato attorno alle relazioni di potere.
La pressione e il controllo del potere si intensificano sulle potenzialità del corpo dell’individuo.
Che è strumentalizzato nel suo corpo, sede della sua forza.
Questo avviene anche nel lavoro, nel controllo della forza produttiva, nell’ambito della sua predisposizione al lavoro.
Molte funzioni partono dal corpo e si sviluppano da esso tra cui il discorso che è uno strumento di potere.
Anche il discorso rappresenta in se un potere fortissimo, elemento di lotta nel gioco di forze contrapposte.
La veridicità di un discorso, non è semplice da chiarire in quanto, si ritiene come vero, ciò che deriva da una volontà di verità culturalmente accettata.
È la cultura a tracciare la linea tra la verità e la non verità enunciata da un discorso.
Potere e desiderio determinano le procedure d’esclusione, di controllo e delimitazione del discorso, i discorsi tendono a controllarsi.
Secondo Foucault nel rapporto con il proprio corpo nelle società antiche, il comportamento sessuale degli uomini liberi era oggetto di una profonda riflessione morale, che esercitava così il suo potere.
Di contro, Vegetti ha ipotizzato che i suoi strumenti concettuali, adatti a pensare il potere nelle sue forme moderne, non siano invece riusciti a cogliere il volto antico del potere. un’apparenza di libertà classica,mitica, avrebbe sedotto Foucault.
Nel campo dell’etica, il pensiero legato alla morale greca è rielaborato.
Per Gilles Deleuze (1986) il rapporto dell’individuo alla norma, si piega nel rapporto che egli stabilisce con se stesso.